Syd-Barrett

 

 

« – La sua band ha un nome molto originale. Ma chi le ha suggerito il nome Pink Floyd?
– Gli alieni! » (Syd Barrett e un giornalista discutono sull’origine del nome della band)
Roger Keith Barrett, detto Syd (Cambridge, 6 gennaio 1946 – Cambridge, 7 luglio 2006), è stato un cantautore, chitarrista, compositore e pittore britannico, fondatore e leader dei Pink Floyd dal 1965 al 1968, quando lasciò il gruppo per seri problemi mentali che lo portarono, dopo una breve carriera solista, al ritiro dalle scene e a uno stato di totale isolamento. Barrett, fino alla morte nel 2006, si dedicò alla pittura e al giardinaggio, disinteressandosi della popolarità e facendosi vedere in pubblico sempre più raramente, alimentando così ancora di più la sua leggenda.

Prima di ritirarsi incise due album da solista, The Madcap Laughs e Barrett, pubblicati nel 1970. La sua vicenda influenzò parte della successiva produzione del gruppo, in particolare gli album The Dark Side of the Moon, Wish You Were Here e The Wall.

L’innovativo stile chitarristico di Barrett e la sua propensione all’esplorazione di tecniche sperimentali, come l’utilizzo di dissonanze, distorsione, e feedback, ebbero un enorme impatto su molti musicisti, da David Bowie a Brian Eno a Jimmy Page. Su di lui sono state scritte numerose biografie sin dagli anni ottanta, e i Pink Floyd composero e registrarono diversi tributi musicali a lui dedicati dopo la sua uscita dalla band.
Roger Barrett nacque il 6 gennaio 1946, quarto di cinque figli. Suo padre Max era un anatomista, che nel tempo libero si dedicava alla pittura e alla coltivazione di funghi. Inoltre suonava nella Cambridge Philharmonic Society, cosa che suscitò la passione per la musica del figlio. Sino a 14 anni, però, il ragazzo pose la musica in secondo piano, preferendo la scrittura e il disegno: si concentrò in particolare sui giochi di parole e altri espedienti letterari, come onomatopee e assonanze. Il suo eroe letterario in questo periodo fu Edward Lear, il re del nonsense, che, come lui, amava la pittura.

Roger iniziò ad appassionarsi veramente alla musica dopo i 14 anni, mentre suo fratello maggiore Alan imparava a suonare il sassofono: a questo punto, visto l’exploit delle skiffle bands, Syd acquistò il suo primo strumento musicale, un ukulele.

Prima di passare alla chitarra, Roger si interessò al banjo (nel periodo della Elvis-mania), ma l’unica corrente del rock and roll che lo interessava era quella di Bo Diddley, i riff degli Shadows e di Buddy Holly. A 14 anni, iniziò a suonare la chitarra folk, insieme a un suo amico, John Gordon. Cominciò a questo punto ad avvicinarsi sempre più alla musica e divenne amico di un batterista chiamato Sid Barrett; i frequentatori del locale chiamavano entrambi “Sid”, ma per differenziare Roger dal batterista, sostituirono la i con una y.

Syd non fu l’unico soprannome dato a Barrett. A scuola divenne noto come Syd the Beat, Syd-Knee e Sydernee. Rimase Roger, anzi Rog, per la sua fidanzata, Libby Gausden, con la quale ebbe una relazione dal 1961 al 1964.
Le cose iniziarono a cambiare molto presto: dai 14 anni in poi molti studenti della nuova Cambridge, appena entrata negli anni sessanta, sperimentavano le droghe du jour, come speed e cannabis. A partire dal 1963, dagli Stati Uniti iniziò poi a diffondersi l’LSD, il primo degli allucinogeni di larga diffusione, che si diffuse più rapidamente nella piccola Cambridge che in tutto il resto d’Europa.

Cambridge stava diventando sempre più piccola: metà della popolazione sognava di sfondare nell’emergente scena della Swinging London. Nel 1961 accaddero diverse cose che segnarono Barrett: iniziò la relazione con Libby, comprò la sua prima chitarra elettrica e assistette alla morte del padre Max (nel diario scrisse solo la frase Poor Dad died today — Il povero papà è morto oggi).

Presto casa Barrett divenne il quartier generale per la prima band di cui Roger fece parte: i Geoff Mott and the Mottoes. Roger Waters, amico di Barrett, stava iniziando a suonare il basso e, di tanto in tanto, prendeva parte alle prove. La band si dilettava in alcune cover rhythm and blues. Il gruppo si sciolse dopo uno spettacolo.

Waters andò a studiare al Regent Street Poly di Londra, insieme a un altro amico di Barrett, Bob “Rado” Klose, mentre Syd iniziò un corso alla Camberwell School of Art. Nelle vacanze, Roger e Syd pensarono di mettere su un nuovo gruppo, ma ci riuscirono solo nel 1965. Intanto Syd compose due delle sue prime canzoni: Golden Hair e Effervescing Elephant, la prima tratta dal Chamber Music di James Joyce e la seconda da un testo di Lear.[2]

L’unica persona che in questo periodo riuscì ad accedere completamente alla mente di Syd era la fidanzata, Libby Gausden. Il giovane continuò a dipingere e comporre, sempre giocando su non-sense e assonanze. Già in quel periodo, però, Barrett aveva iniziato ad assumere, piccole dosi di marijuana,[2] come riferiva in svariate lettere inviate, da Londra, alla sua fidanzata. Dopo un po’ Barrett e la Gausden si lasciarono. Troppo diversi: la Gausden era una ragazza di buona famiglia, mentre Barrett era un beat. Ciò nonostante, Syd la ricorderà nella trilogia dell’amore dell’album The Madcap Laughs.[2]

Al college l’irrequieta personalità di Barrett si fece notare immediatamente. Syd riallacciò i contatti con il chitarrista John Gordon e con l’amico d’infanzia David Gilmour, nel frattempo diventato musicista di serie A. Non a caso di lì a poco Gilmour metterà su, insieme a Gordon e altri ex Mottoes, i Joker’s Wild, band che eseguiva cover dei Four Seasons e dei Beach Boys. La sua Fender Esquire specchiata All’Art School aveva tempo per dipingere e per suonare, così Barrett iniziò a seguire il proprio sogno di formare una band insieme a Waters e Klose. I due avevano iniziato senza di lui, unendosi ad altri studenti, formando i Sigma 6 (conosciuti anche come Abdabs, Screaming Abdabs, Meggadeaths e T-Set) e suonando durante alcune feste al college. Da quando Barrett si aggregò, il gruppo divenne noto come Spectrum Five. Questa prima formazione aveva Waters al basso, Klose alla chitarra e due colleghi di Waters alla tastiera e alla batteria: Richard Wright e Nick Mason. Barrett era la chitarra ritmica e sostituiva l’ormai sempre più assente Chris Dennis. La cantante Juliet Gale, che diventò poi moglie di Wright, partecipava occasionalmente come corista.

Appena entrato nel gruppo, Barrett comprò una Fender Esquire, ornata da piccoli specchi circolari. In molti notarono che, in questa fase, Barrett si limitava a recitare un ruolo, non a viverlo. Presto la band conobbe Mike Leonard, un tecnico delle luci che mise a loro disposizione la propria abitazione a Highgate: mentre i ragazzi suonavano i loro brani, Leonard li accompagnava con i cosiddetti light shows, proiettati su una parete o sulla band stessa. In quel periodo il gruppo si faceva chiamare anche Leonard’s Lodgers.

Nella residenza di Highgate, tra una pausa e l’altra, Syd iniziò a comporre canzoni come Astronomy Domine: lo aiutarono i molteplici libri e la biblioteca di suoni incisi su nastro messi a disposizione da Leonard e che tornò utile in svariate canzoni del primo album del gruppo, The Piper at the Gates of Dawn.
Nel 1965 Barrett inventò il nome Pink Floyd Sound, e poi il nome definitivo: Pink Floyd, dal nome di due dei suoi bluesmen preferiti Pink Anderson e Floyd Council. Barrett disse tuttavia ai giornalisti che il nome gli era stato suggerito da alieni. Pink e Floyd erano anche i nomi dei suoi due gatti. Il passo successivo fu il furgone Floyd, per trasportare l’attrezzatura da un concerto all’altro: Barrett dipinse sul parafango il nome Pink Floyd con vernice nera e rosa.

All’estate del 1965 risalgono i primi bootleg dei Pink Floyd Sound, due canzoni composte da Barrett e Klose: Lucy Leave e la cover di (I’m A) King Bee di Slim Harpo, già incisa l’anno precedente dai Rolling Stones per l’omonimo album di debutto. Davanti allo stile che la band stava acquisendo, alla delirante follia dell’ultima trovata di Syd, la canzone Bike, il primo chitarrista Bob Klose, purista del blues, decise di abbandonare Barrett e compagni.

Pochi giorni dopo Barrett tornò a Cambridge, dove iniziò una relazione con Lindsay Corner e partecipò al film amatoriale di Nigel Lesmoir-Gordon, intitolato Syd’s First Trip. Nel film Barrett assume svariate droghe. Barrett si recò poi a Saint-Tropez con diversi amici di Cambridge, tra cui il chitarrista David Gilmour. Tornati in Inghilterra, i due si separarono di nuovo: Gilmour andò in tour con i Joker’s Wild, e Barrett tornò a Londra con la nuova fidanzata.

Barrett continuò a scrivere canzoni, influenzato dai gruppi che ascoltava in quel periodo: i Mothers of Invention, i Byrds e i Fugs. Seguì un periodo sentimentale tumultuoso per l’artista: si lasciò più volte con Lindsay, stando temporaneamente con le concittadine Jenny Spires (la Jennifer Gentle di Lucifer Sam) e Kari-Ann Moller.

I Pink Floyd si esibivano prevalentemente nei locali della scena underground: nel 1965 fecero solo due concerti ma l’anno successivo riuscirono a farsi notare. Attraverso Nigel Lesmoir-Gordon, conobbero il promoter Steve Stollman, che li ingaggiò per una serie di concerti al Marquee Club di Londra. Già ad aprile del 1966, i più grandi fan di Barrett erano la futura rockstar David Bowie e il futuro manager dei Sex Pistols Malcolm McLaren. A notare Barrett e i Pink Floyd furono Peter Jenner e Andrew King, due imprenditori di etichette musicali indipendenti che ne colsero subito il potenziale commerciale. Il 31 ottobre di quell’anno i Pink Floyd firmarono un contratto con i manager, impegnandosi in una serie di concerti in cambio di nuova attrezzatura e uno stipendio di 5 sterline a settimana.

Gli spettacoli e i concerti, in tutta Londra, divennero sempre più frequenti e sempre più bizzarri: all’inaugurazione dell’International Times, ad esempio, oltre all’abbondante quantità di LSD, acidi e altri generi di droghe, il pubblico poté assistere alla presenza di un alquanto stravagante Paul McCartney vestito da sceicco arabo e una altrettanto appariscente Marianne Faithfull travestita da suora. Fu in questo periodo che la creatività di Barrett fu spinta al massimo: accanto alla ballata psichedelica Matilda Mother, compose il classico dell’acid pop See Emily Play.

Durante i primissimi concerti della band, Barrett era in grado di ipnotizzare il pubblico, come ricorda Pete Brown: «Syd Barrett faceva un incredibile lavoro sul palco. Era estremamente poetico e potevi quasi dire che prendeva vita nei “light shows”: una creatura dell’immaginazione. I suoi movimenti parevano orchestrati per armonizzarsi con le luci e sembrava un’estensione naturale, l’elemento umano, di quelle immagini liquide».

1967: il debutto discografico e i primi problemi[modifica | modifica wikitesto]
Il 1967 fu il vero anno della svolta per Barrett e compagni: dopo una serie di fortunati concerti in vari college di tutto il Regno Unito, la band divenne attrazione fissa per il noto locale della nuova Londra UFO Club. Joe Boyd, amico di Peter Jenner, portò i Pink Floyd in sala di registrazione a gennaio, per registrare il loro primo 45 giri per la EMI. Il lato A del singolo fu Arnold Layne, un pezzo che Barrett aveva composto basandosi su un personaggio realmente esistito, vissuto a Cambridge, mentre il lato B era una rivisitazione meno esplicita di Let’s Roll Another One, intitolata Candy and a Currant Bun.

Per promuovere il primo singolo, i Floyd si fecero aiutare da un loro amico regista e girarono un breve video in bianco e nero per Arnold Layne e un altro a colori per una traccia di Barrett ancora non pubblicata ma già composta: The Scarecrow. Ad aprile, dopo una serie di concerti nei Paesi Bassi, Barrett e i suoi Floyd si precipitarono alla periferia di Londra, dove si stava svolgendo il 14 Hour Technicolor Dream, un lungo concerto a cui la band riuscì a contribuire solo all’alba. Già allora, tra i troppi concerti e la continua richiesta di nuovo materiale da parte della casa discografica, Barrett iniziò a essere profondamente stanco.

Sue Kingsford, amica di Barrett, dichiarò che in quel periodo Syd si recava spesso da uno spacciatore di LSD soprannominato capitan Bob; Andrew Rawlinson, conoscente di Barrett, aggiunse che «in quel periodo era talmente tanta la gente che prendeva acido che, se avevi già assunto ingenti quantità di LSD in passato, era normale “farsi un trip” anche solo guardando chi lo stava facendo». e «A quei tempi l’acido era cinque volte più potente di quello in circolazione oggi; prendendo 250 microgrammi potevi fare un “trip” lunghissimo; alcuni però credevano che potevi apparire normale e contemporaneamente fare brevi “trip” prendendone 50 al giorno: e forse era proprio questo che faceva Syd».

A queste dosi già pesanti, Barrett aggiungeva cannabis e qualche sporadica pillola di Mandrax, un farmaco che induce effetti simili alla morfina se assunto con alcol. Nei cinque mesi seguenti, Barrett e compagni si chiusero in studio per lavorare al primo LP, The Piper at the Gates of Dawn, prodotto questa volta da Norman Smith.

Smith era una persona più severa di Boyd e forse meno adatta a dirigere le sessioni con Barrett. Il produttore ricorda infatti in questo modo le prove con Syd: «Mi domando spesso come abbiamo fatto a terminare l’album, a creare qualcosa. Lavorare con Syd era veramente un inferno. Non penso di avere mai lasciato una singola sessione senza una fortissima emicrania. Syd non sembrava aver entusiasmo per niente. Lui cantava una canzone, io lo chiamavo in studio e gli davo qualche dritta. Poi lui tornava in sala registrazione e continuava a cantarla nello stesso modo, infischiandosene dei miei consigli. A volte cambiava anche le parole, non aveva disciplina. Parlare con lui era come parlare a un muro, perché il suo viso era senza espressione. I suoi testi erano semplici e infantili, come lui: proprio come un bambino, per un attimo era su, e il secondo dopo giù».

Lindsay Corner pensa invece che a Syd piacesse la parte del pazzo e che si divertisse a recitarla, apparendo sempre più strano di minuto in minuto. Jenner, invece, ammirava lo stile delle registrazioni: «Syd aumentava e diminuiva il volume di tutte le tracce, apparentemente senza alcuna regola. Non faceva nulla se non era fatto in maniera artistica. Voleva essere una sorta di Jackson Pollock della musica». Ma il comportamento di Syd non era ancora giunto alle estreme conseguenze, e la band continuava a tollerarne le trovate più stravaganti.
Il primo netto cambiamento in Syd fu rilevato da Boyd. Quando i Pink Floyd si presentarono all’UFO Club per promuovere il loro primo LP, Boyd notò che mentre gli altri membri del gruppo erano amichevoli, Barrett «mi guardava negli occhi e nel suo sguardo non c’era un singolo battito di ciglia o un accenno di vitalità: come se non ci fosse nessuno in casa».Quando David Gilmour lo incontrò, due mesi dopo l’uscita dell’album, Syd quasi non lo riconobbe. Grazie al successo avuto con il secondo singolo (See Emily Play/The Scarecrow, uscito qualche mese prima dell’album) i Pink Floyd entrarono ufficialmente nella Top of the Pops inglese. Gli episodi che segnalavano la personalità irregolare di Barrett iniziarono di lì a poco. Quando fu invitato per la seconda settimana di seguito in studio, Syd si presentò in pigiama, mentre alla terza settimana, come ricorda Roger Waters, annunciò di non volere più partecipare alla trasmissione televisiva perché «se non lo faceva John Lennon, perché lui avrebbe dovuto?».

Di lì a poco, Barrett iniziò ad esibire quest’atteggiamento, a metà tra l’anticonformismo e il non sense, anche nelle esibizioni dal vivo. A volte, mentre il resto della band suonava un pezzo, Syd si andava a sedere vicino ad un amplificatore, scordava la chitarra sino a quando era impossibile suonare e stava per tutta la durata del concerto fermo ad agitare il plettro su una nota. A volte non cantava nemmeno, lasciando che fossero Roger o Rick a occuparsi della voce. Juliet Wright riferì: «A volte pensavamo che stesse solo recitando la parte dell’anticonformista nella situazione “standard” di una band».

Di lì a poco Syd divenne gravemente malato, come forse egli stesso era riuscito a capire. Il fratello maggiore Alan tentò più volte di convincerlo a farsi controllare da un medico, ma la risposta di Barrett, dice Andrew Rawlinson, era uno dei suoi enigmatici sorrisi assenti. Cambiamenti del genere furono notati anche dalla sorella minore di Syd, Roe: quando lei lo aveva chiamato per congratularsi del successo avuto con Arnold Layne, Barrett si era dimostrato quello di sempre; quando lo andò a trovare per complimentarsi del secondo successo, ottenuto con See Emily Play, Syd non era più se stesso.

I concerti andarono sempre peggio, tanto che la compagnia Blackhill cancellò tutta la scaletta dei Pink Floyd e prenotò una vacanza per Syd Barrett, Richard Wright, la moglie Juliette e Sam Hutt sull’isola di Formentera. Riviste del settore come Melody Maker diffusero la notizia che i Pink Floyd stavano per sciogliersi.Ma l’album continuava ad avere un inaspettato successo di pubblico e critica: l’unica cosa che il pubblico contestava – tra i tanti, ad esempio Pete Townshend) – era che l’LP, al confronto con le esibizioni dal vivo, era un surrogato di fabbrica che non riusciva a ricreare totalmente certi momenti mistici.

Il risultato, però, fu che la EMI iniziò a premere per nuovo materiale. Poco prima della vacanza, Barrett scrisse Scream Thy Last Scream (Old Woman with a Casket), un singolo che delineava il suo stato mentale. La EMI lo rifiutò e aspettò il ritorno di Barrett da Formentera per incidere qualcosa d’inedito.

Tornato a Londra, Syd passò parecchio tempo a nascondersi dalla EMI nei De Lane Lea Studios a Kingsway, sfruttando quel tempo per comporre un nuovo singolo. Un tentativo fu la lunatica Vegetable Man, canzone spesso citata come prova della sua malattia.Se le stravaganze dei singoli di Barrett rimanevano ancora tollerabili, ciò che il gruppo iniziò a non sopportare era il comportamento del suo frontman, sempre più erratico.

Per l’album successivo, A Saucerful of Secrets, Waters pensò che le tracce da inserire potevano essere alcuni pezzi scritti da lui e Wright. Barrett ideò a questo punto una nuova traccia, Jugband Blues, un brano che si contraddistingue per il lungo intervallo improvvisato dall’Esercito della Salvezza Britannico e per il suo testo a metà tra l’ironico e il malinconico.Per questo album, Syd suonò la slide guitar in Remember a Day e diede un minimo contributo per Let There Be More Light. Ma il mercato continuava a esigere un altro singolo.
Dovendo partire per un tour negli Stati Uniti, Barrett si affrettò a comporre un nuovo singolo e il risultato fu Apples and Oranges/Paint Box, che divise la critica e fu ignorato dal pubblico. Di contro, la band si sentì sollevata, sebbene temporaneamente, perché era riuscita a soddisfare le esigenze dell’etichetta discografica.

Il gruppo partì alla volta della California, dove la scena musicale era molto più esigente dei piccoli club underground inglesi. Questo viaggio fu determinante per il futuro della band: in seguito ai comportamenti sempre più compromettenti di Barrett, che non era riuscito a seguire il playback in una trasmissione, aveva dato di matto in un’altra e, secondo alcune voci, aveva anche abbandonato un concerto per scappare a bordo di una Cadillac verso un luogo indefinito, Waters disse a King di volere risolvere il problema con Syd.

I Pink Floyd tornarono poi nei Paesi Bassi, dove Barrett non accennò nemmeno a suonare e si limitò a sfiorare con le dita le corde della sua chitarra. Il giorno dopo parteciparono a una serie di concerti insieme a Jimi Hendrix, gli Amen Corner, i Move e i Nice.Dave O’List dei Nice suonò al suo posto in diverse occasioni per quei concerti; quando la rivista Melody Maker gli chiese il perché dello scarso successo di Apples and Oranges, Barrett rispose «Non me ne frega molto».

Lindsay Corner ricorda che Syd iniziò a chiudersi sempre di più e a diventare di giorno in giorno sempre più strano. Fino al dicembre del 1967, Barrett continuò a suonare sporadicamente con la sua band, ma a Natale di quell’anno Waters chiese al chitarrista David Gilmour, vecchio amico di Barrett, di unirsi ai Floyd come chitarrista di supporto; in verità, Gilmour entrò a far parte della band come chitarra solista, mentre a Syd furono assegnati voce e chitarra ritmica.

Gilmour entrò ufficialmente nella band il 3 gennaio 1968. Inizialmente Barrett quasi ignorò l’ingresso di un nuovo membro: sapeva solo che Gilmour era un chitarrista molto bravo; anche Nick Mason lo sapeva, avendo già suonato con lui in uno spettacolo a Soho. La band si chiuse negli studi di registrazione per una settimana, prima di ritornare in tour. L’avvenimento più grave accadde proprio in quella settimana: Barrett si recò in sala prove e annunciò di avere composto una canzone intitolata Have You Got It, Yet?. Secondo l’idea di Barrett, lui doveva cantare Have You Got It, Yet? e Waters doveva rispondere No!, suonando un ritmo molto semplice sia alla chitarra che al basso, Ma Barrett iniziò a suonare la canzone con la chitarra scordata e andò cambiando tonalità sempre di più, sino a quando Waters non riuscì più a seguirlo. Decenni più tardi, Waters rivelerà ciò che aveva pensato qualche ora dopo aver assistito a quella scena: secondo lui, Barrett stava chiedendo di non comprendere una canzone di una persona che non voleva essere compresa.

La settimana successiva i Floyd fecero quattro spettacoli, in cui Syd sembrò essersi ripreso, anche se di poco: il lavoro sul palco era svolto dal nuovo promettente chitarrista. Per il quinto concerto, che si tenne il 26 gennaio, il gruppo doveva recarsi a Richmond. Passando da Holland Park Avenue, vicino casa di Syd, uno dei componenti, nessuno ricorda chi, chiese: «Non dobbiamo passare a prendere Syd?». A tale domanda non seguì alcuna risposta. Ebbe così inizio l’abbandono di Syd. David Gilmour e Roger Waters lo confermano. Fu così, dunque, che tutto finì e tutto iniziò. Waters aggiunse poi: «Syd era la gallina che aveva scoperto l’uovo d’oro».Ma ora Barrett era diventato una vera e propria minaccia per i tour dei Floyd.

Syd possedeva ancora la scaletta dei concerti, e qualche settimana dopo si presentò all’Imperial College, per una loro esibizione dal vivo. Waters ricorda quanto fu orribile dovere cacciare il loro amico dal palco, dicendogli che quella sera non avrebbe suonato con loro. Al Middle Earth, Syd si sedette di fronte al palco, fissando Gilmour negli occhi durante tutto il concerto. Secondo il “piano iniziale”, Gilmour doveva supportare Barrett, non soppiantarlo e Barrett fu ferito da questo comportamento.

Altri ricordano una proposta fatta a Barrett: diventare come il Brian Wilson dei Beach Boys, il genio e compositore del gruppo che non suonava più dal vivo per problemi simili. Un paio di settimane dopo i concerti, durante un incontro tra King, Jenner e Barrett, Waters rimase esterrefatto nello scoprire che Syd, lontano dall’accettare un “ruolo Wilson”, parlava di tornare nella band, «magari insieme a un sassofonista e qualche corista». Ma gli altri quattro membri del gruppo non supportarono l’idea di Barrett, e la Blackhill Enterprises, la compagnia che si occupava dei tour nel Regno Unito, si sciolse. Barrett uscì ufficialmente dalla band il 6 aprile 1968: i suoi manager continuavano a essere Jenner e King, che peraltro avevano più fiducia nella carriera musicale di Barrett che in quella del resto dei Pink Floyd.

In quel periodo Barrett toccò il fondo, per poi lentamente risalire.